martedì 22 febbraio 2011

Incidente chimico a Bari: fuoriesce HCl, attivate le squadre NBCR dei VVF... ovvero, come il chimico provetto analizza una notizia.

Leggo sul sito Ansa che alle 12:00 circa di oggi, in una azienda chimica di Bari (la Chimica D'Agostino), si è verificato un incidente in impianto dovuto alla fuoriuscita di acido cloridrico da una valvola che non era stata chiusa bene. La notizia sembra che abbia fatto il giro della nazione in poco tempo e, come al solito, si è verificata la situazione nella quale si passa dal tragico al "nulla di che".
Vediamo di capirci qualcosa...

Tornato da una riunione di lavoro, alle 19:30 mi metto a leggere le notizie del giorno (per restare collegato alla realtà) e mi imbatto nel lancio Ansa che cita:

"LIEVE INCIDENTE IN AZIENDA CHIMICA BARI: FUORIESCE ACIDO.
VALVOLA NON SERRATA BENE, NESSUN ALLARME ALLA D'AGOSTINO"

La cosa non mi crea grossi problemi ma decido di continuare a cercare informazioni per assecondare la mia sete di cultore della sicurezza e dei rischi lavorativi.

Trovo quindi, sul sito del Corriere del Mezzogiorno, un nuovo titolo:

"ESPLOSIONE ALLA ZONA INDUSTRIALE
Incidente alla Chimica D'agostino
«Nessun rischio, solo verifiche»
Esplosione di un impianto, sul posto i vigili del fuoco
«Tutto ok, la prima ispezione fatta da squadra interna»"

La cosa si fa un po' diversa.
Nonostante si ribadisca l'assenza di danni, si parla nel contempo di una esplosione di un impianto...
Cerco ancora e finisco sul sito della Repubblica, che titola:

"Incidente alla D'Agostino
ma nessun allarme chimico"

che nell'articolo scrive: "a quanto si è appreso successivamente dai vigili del fuoco e dalla stessa azienda, è stato di modesta entità: non c'è stata né esplosione né incendio, ma ha causato solo la fuoriuscita di un leggero quantitativo di acido cloridrico da una valvola non serrata bene di un impianto."

sempre peggio... non mi perdo d'animo e cerco una quarta fonte, la Gazzetta del Mezzogiorno, che riporta:

"Fumo in azienda chimica per liquido infiammabile"

e scrive "Ipotizzando un'esplosione o un incendio tre squadre dei Vigili del fuoco si sono mosse per affrontare eventuali necessità, invece fortunatamente non c'è stato molto da affrontare. Nessuno si è ferito. Durante un processo di lavoro dell'acido cloridrico fuoriuscendo da una valvola è entrato in combustione producendo del fumo che ha creato allarme."

concludendo con la frase "Le campionature sulla qualità dell'aria non hanno riscontrato alcun pericolo."

Bene.
Che idea vi siete fatti?

Io la solita, cioè che i giornalisti non hanno sempre il peso tecnico di ciò che scrivono e, soprattutto, non parlano con chi di dovere prima di scrivere gli articoli.

Non succede sempre e non sono tutti così, ma quando accade un incidente la situazione si presenta frequentemente, data la rapidità con la quale si vuole dare la notizia.

Cosa cavolo potrà essere accaduto in realtà?

L'Azienda in questione produce molte sostanze (come potete vedere a questo link) ed immagino che l'acido cloridrico in questione serva come materia prima per le sintesi.

Sappiamo ormai, da buoni chimici provetti, che l'acido cloridrico è, a condizioni ambiente, un gas incolore dalle forti proprietà irritanti e corrosive (se è in concentrazione al 37% diluito in acqua ha una tensione di vapore a 20°C pari a 20 hPa = 0.01973 atm).

Di per sé è già un problema da solo, sia in soluzione sia puro (anche perché dalle notizie non si sa cosa si muoveva in quel condotto mal serrato) e la sola fuoriuscita ha sicuramente creato una situazione da gestire in quanto, se si entra in contatto con la sostanza in soluzione si accusano ustioni e irritazione delle vie respiratorie (si veda una scheda di sicurezza a conferma) mentre se si respirano i vapori del gas puro... Dio me ne scampi.

Ammettiamo, situazione che penso essere la più probabile, che nella tubazione ci fosse HCl al 37%; valutata la sua bassa tensione di vapore, il problema penso si debba spostare sulle sue proprietà corrosive.

Presumo che l'acido, fuoriuscendo dal condotto, si sia sversato a terra ed abbia cominciato a reagire con ciò che ha trovato (asfalto, silice, ecc.) creando, con molta probabilità, dei fumi di reazione che hanno indotto a pensare alla "combustione" citata nell'articolo della Gazzetta del Mezzogiorno.

Per il resto, spero proprio che nessuno abbia respirato quei fumi; non sono completamente d'accordo con l'affermazione "Le campionature sulla qualità dell'aria non hanno riscontrato alcun pericolo", riportata sempre nell'articolo appena citato, in quanto i campionamenti sono probabilmente risultati negativi, ma sono stati fatti tempo dopo l'emissione delle sostanze problematiche per la salute; come dicevo prima, spero nella prontezza di riflessi della squadra d'emergenza interna all'azienda nell'indossare i corretti dispositivi di protezione e nell'allontanare eventuali avventori vicini al luogo della perdita.

Perché sono stati allertate le squadre NBCR (reparti appositamente formati per gestire il rischio Nucleare, Biologico, Chimico e Radiologico) dei Vigili del Fuoco?

Perché l'acido cloridrico, in caso di dispersione accidentale, merita di essere trattato con questi accorgimenti (dalla scheda di sicurezza):
  • Misure cautelari rivolte alle persone:
Indossare equipaggiamento protettivo. Allontanare le persone non equipaggiate.
In caso di vapori/polvere/aerosol adottare protezioni respiratorie.
  • Misure di protezione ambientale:
Diluire abbondantemente con acqua dopo aver raccolto il prodotto.
Impedire infiltrazioni nella fognatura/nelle acque superficiali/nelle acque freatiche.
  • Metodi di pulitura/assorbimento:
Aspirare il liquido in adatto recipiente e assorbire il resto con materiale poroso (tripoli, legante di acidi, legante universale, ecc.).
Utilizzare mezzi di neutralizzazione.
Smaltimento del materiale contaminato conformemente al punto 13 (Non smaltire il prodotto insieme ai rifiuti domestici Non immettere nelle fognature.
Riciclare se possibile altrimenti rivolgersi ad azienda autorizzata per smaltimento rifiuti industriali.).
Provvedere ad una sufficiente areazione.


Capito che reagentino?

Cosa abbiamo imparato da questo post:
  1. mai leggere le notizie e prendere tutto per oro colato
  2. se mai dovessimo essere responsabili della sicurezza o della comunicazione di un'azienda chimica, occhio ai giornalisti e a cosa potrebbero scrivere in caso di emergenza... il panico è dietro l'angolo
  3. stiamo lontani dall'HCl, o almeno impariamo a gestirlo nel modo corretto se per lavoro ce ne dobbiamo occupare
  4. studiamo, studiamo e ancora studiamo!
Chi mi ha seguito fin qui ha imparato qualcosa e ha migliorato la sua situazione.
Com'è scritto sulla lavagna "La persona che ha imparato qualche cosa agisce in modo diverso da quella che non l'ha imparata".

Buono studio.
GAGiuliani


8 commenti:

Nicola Kimik1 Panza ha detto...

e qui si ripresenta il cloro ;)
per quanto riguarda i giornalisti non mi meraviglio più di tanto.. una notizia di questa rilevanza passa di bocca in bocca e tutti ci vogliono aggiungere qualcosa. la maggior parte delle volte questo compromette la situazione realmente accaduta creando magari dello scompiglio inutile

Unknown ha detto...

Sono d'accordo con Panza. Quasi sempre i giornalisti ingigantiscono le notizie: ad esempio l'anno scorso un giornalista ha scritto, riguardo ad un incendio avvenuto in una fabbrica del mio paese, che se fosse successo alla fabbrica dove lavora mio papà ci sarebbe stato un gravissimo danno ecologico, il che non è vero perchè ogni mese ci sono i controlli. Riguardo a questa notizia sono contento che nessuno si sia fatto male e speriamo che serva di lezione come quella a Seveso.

GianAchille Giuliani ha detto...

Apprezzo i commenti di Nicola e di pese94.
Sarebbe bello che lo stesso pese94 approfondisse quanto ci ha comunicato, così che condividendone i tratti essenziali si possa discutere su una casistica sicuramente più "ampia".
Invito altri frequentatori del blog a postare i loro commenti facendo riferimento esplicito a situazioni similari delle quali sono a conoscenza.
Discuterne è il modo migliore per avvicinarsi al tema della sicurezza sul lavoro e alla modalità di comunicazione delle emergenze.
Per un futuro chimico, che vivrà un ambiente spesso considerato "il male" a priori, è veramente importante avere il peso reale di ciò che si comunica all'esterno della propria azienda.

Unknown ha detto...

Vi posto questo link riguardo all'articolo dell'Eco di Bergamo sebbene dica poche cose.

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/260165/

Questo altro articolo invece spiega molte più cose (preso dal sito internet del "Il Giorno")

http://www.ilgiorno.it/bergamo/cronaca/2010/05/11/330385-casnigo_rogo.shtml

In tutte e due gli articoli si parla della fabbrica in cui lavora mio papà, la Poliplast.

Inoltre potete guardare il servizio di Antenna2 qua:

http://www.youtube.com/watch?v=0zxYMKGMmlc&playnext=1&list=PL63D6D9AA485933FA

e di PiùValli Tv:

http://www.youtube.com/watch?v=vUSwpF0m1xI&feature=autoplay&list=PL63D6D9AA485933FA&index=46&playnext=2

GianAchille Giuliani ha detto...

grazie pese94.
guardiamo i documenti e riprendiamo il discorso.

Unknown ha detto...

Volevo aggiungere che, a causa dell'incendio, è stata bruciata una notevole quantità di nylon che ha provocato una grandissima nube; come se non bastasse ha iniziato a piovere e la nube si è abbassata andando a finire nel paese "sotto" Casnigo, cioè Leffe.
Si pensa che la causa di tutto ciò sia dovuto al cortocircuito di muletti sotto carica che in quel magazzino di stoccaggio, contenente prodotti finiti infiammabili, non dovevano esserci.
Per fortuna non c'è stato nessun ferito e ormai il magazzino è stato ricostruito.

GianAchille Giuliani ha detto...

ho letto i documenti che hai postato nel commento.
ti ho risposto con il post "Incendiato magazzino: bruciano 500 tonnellate di nylon. Analisi della notizia e delle problematiche chimiche." che puoi leggere a questo indirizzo: http://gagiuliani.blogspot.com/2011/02/incendiato-magazzino-bruciano-500.html
a presto
GAGiuliani

Unknown ha detto...

Già letto. ;)

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